sabato 1 novembre 2008

UN ESEMPIO DA SEGUIRE

DIO NON C'E'

Gli atei e gli agnostici, quanti non si riconoscono nelle religioni rivelate, quanti non ripongono nell'aldilà e nei messaggi che dicono di provenirne fede e speranze, sembrano avere accettato uno stato di marginalità, quasi afflitti da un complesso di inferiorità, almeno nell'Italia di oggi.

Sono tempi di dialogo interreligioso, di preghiere interconfessionali. Facciano pure. Di più, fanno bene. Meglio questo che stare a studiare sui rispettivi sacri testi come motivare reciproci e pii scannamenti e massacri a maggior gloria dei rispettivi iddii.

Da altre parti le cose vanno diversamente. In Gran Bretagna a cura della British Humanist Association è in pieno svolgimento una campagna che invita a godersi la vita e a non preoccuparsi del peccato.
Più che convincere tende ad informare, a marcare una presenza. Ci sono anche persone, e non sono poche, che non si riconoscono in nessuna chiesa, che non seguono nessuna rivelazione, che rivendicano alla ragione umana il primato nello stabilire la condotta umana.

I cartelloni che si vedono sulle fiancate dei bus pubblicizzano film in uscita o l'ultimo profumo di Armani, ma ora sugli autobus di Londra campeggieranno poster con la scritta: "
Dio probabilmente non esiste, quindi smettila di preoccuparti e goditi la vita". La campagna, naturalmente ad opera di associazioni atee, ha ricevuto offerte record per un totale di 113mila dollari, superando di ben sette volte gli obiettivi prefissati.

Tra i donatori vip c'è il professore di biologia della Oxford University Richard Dawkins che ha donato novemila dollari. La British Humanist Association, che gestisce i fondi, ha spiegato che l'iniziativa - che dovrebbe durare per tutto il mese di gennaio - ha ricevuto un tale successo che potrebbe estendersi anche a Manchester e Edimburgo.

A capo della campagna è la sceneggiatrice inglese Ariane Sherine, che ha spiegato di aver pensato all'iniziativa dopo aver visitato un sito cristiano in cui si spiegava che i non credenti finiranno all'inferno. "Ho pensato che sarebbe stato positivo presentare un messaggio incoraggiante, per gli atei questa è l'unica vita che abbiamo e dovremmo godercela non vivere del terrore".

La campagna è anche una risposta a quello che gli atei definisco un trattamento preferenziale dato alla religione nella società britannica.

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