martedì 30 marzo 2010

LE DUE GAMBE DELLA DEMOCRAZIA


Con la fine dell’ URSS e la temporanea scomparsa di qualche dittatura fascistoide in America Latina pareva che la democrazia fosse trionfante in ogni angolo della terra. 

Perfino la scelta della via capitalistica al socialismo, (che cavolo di esperssione !!!!,) da parte della Cina ormai sterilizzata dal batterio maoista ha rappresentato un ulteriore incentivo al discorreggiare sulla fine della storia….

Discorreggiamenti fatti con alcune pesantissime e significative omissioni.  
Proviamo a ragionare su alcune di queste.

La democrazia ha due gambe, un solo tronco, un solo corpo, con due gambe.

Il corpo è la convinzione che esista una sola razza umana e che i suoi membri siano, per lo più, simili nelle potenzialità e quindi tendenzialmente portatori di uguali diritti e doveri.

Insomma l’ uguaglianza e la fratellanza del 1789.

Le due gambe sono, quindi, una il metodo decisonale democratico, ogni persona un voto (a prescindere dal censo e dal grado di istruzione), voto che deve essere libero e, quando necessario, segreto.
L’altra gamba, la giustizia sociale, ovverosia il distribuire in modo tendenzialmente ugualitario le opportunità di realizzazione e di autorealizzazione della persona, superando i dislivelli che traggono origine dalla nascita e dalla storia di ognuno.

Nel nostro mondo occidentale, ma non solo, i partiti che defininiamo e che si autodefiniscono di sinistra, che radicano la propria storia nel movimento di emancipazione contadino ed operaio, hanno sempre posto l’accento più sulla seconda gamba, quella della giustizia sociale (si trattava - e nella maggior parte del mondo si tratta anche oggi- di combattere FAME ED ANALFABETISMO) che sul metodo decisonale, la democrazia cosiddetta formale (e borghese).
La consideravano un ornamento futile, quando non una trappola ed un pericolo che poteva rimettere indietro le lancette dell’ orologio della storia. 

Le avventure, disavventure ed i tragici esiti delle dittature, sedicenti proletarie, nate dalla e con la Rivoluzione dell’ Ottobre Rosso del 1917 hanno dimostrato, per lo meno ad alcuni di noi, che la democrazia è, DI FATTO, una ed indivisibile.

Due esempi, Israele e l’Italia di oggi.
La nascita di Israele, a cui non sono stati estranei movimenti e personaggi dichiaratamente di sinistra, ma fondata sul presupposto sionista, infame e razzista, di UN POPOLO SENZA TERRA PER UNA TERRA SENZA POPOLO, nel momento in cui ha negato sostanzialmente e formalmente la dignità degli arabi di Paestina, ha esposto lo stesso Israele al fascismo, vedi l’assassinio di Rabin e la continua represssione di omosessuali e pacifisti.
L’Italia legaiola di oggi si illude di poter “DEMOCRATICAMENTE”, calpestare i diritti degli immigrati, negando persino la dignità della loro religione, quando essa sia quella islamica. 
Ma la democrazia non si può democraticamente condizionare riducendola al puro e semplice conteggio dei voti, proprio perchè il tronco da cui esce questa gamba è quello detto sopra, ovvero la sostanziale similarità degli esseri umani.
Ovvero, non si può, abolire DEMOCRATICAMENTE in tutto o in parte la democrazia. E’ un controsenso che ha esiti talvolta, spesso, tragici.
Quindi la conta dei voti è sì un MOMENTO IMPRESCINDIBILE della vita democratica di un paese, di un popolo, di una comunità umana ma non va feticizzato. Ovvero come il denaro, in Marx (e la scarpa ed il piede femminili in Freud, stanno per la donna intera), maschera l’essenza dei rapporti di sfruttamento, e di dominio-oppressione, del processo socialmente complessivo e complesso, di produzione, così la conta dei voti può mascherare una sostanziale antidemocraticità del contenuto, o anche della forma, del processo stesso.
La democrazia, quindi, come tutti i fenomeni di orgine e rilevanza sociale è UN PROCESSO, un farsi in continuo divenire. Affermare che sia riducibile al dire un sì od un no, o a deporre una scheda nell’ urna, o a cliccare con il mouse, su un simbolo, una volta ogni tot anni è ridicolo ed osceno al tempo stesso.
MA ATTENZIONE !!!!!! QUESTO LO DICO PERCHE’ PENSO CHE LA DEMOCRAZIA SIA DI PIU’ (E NON DI MENO) DI UNA SINGOLA ELEZIONE. OVVERO LA DEMOCRAZIA INCLUDE, TRA LE ALTRE COSE, LE ELEZIONI, I REFERENDUM ecc. tanto per citare alcune tra le più consuete procedure di decisione e legittimazione popolare ecc. GIAMMAI LE PUO’ ESCLUDERE.
(Se non temporaneamente e con termini di legge ben definiti. Uno stato di emergenza a tempo indeterminato, proclamato a discrezione del governo in carica NON E’ DEMOCRAZIA, anche se viene sancito da un referendum popolare).
Quando qualcuno dice che i voti non sono una dato quantitativo ma qualitativo, dice una bischerata colossale.
La QUANTITA’ è la QUALITA’ del momento decisionale in democrazia. 

Ma il momento decisionale non esaurisce la vita politica democratica di una comunità, e nella vita politica democratica di una comunità la qualità delle persone ha un proprio peso, ben differenziato.
Alrimenti non vi sarebbero leader, non vi sarebbero persone che sono punti di riferimento per altre persone, non vi sarebbero momenti di elaborazione delle proposte da sottoporre al vaglio del resto della comunità. Una democrazia senza ricerca, senza elaborazione, senza proposte, senza dibattito è una democrazia profondamente incompleta, è una democrazia sul filo del rasoio.

Così come la fame e l’analfabetismo, ovvero il mancato e parziale sviluppo umano della maggior parte degli esseri umani che popolano OGGI il pianeta Terra, minano alle radici, fanno precipitare nel campo della propaganda oscena qualsivoglia discorso di democrazia.
E’ osceno che esista la fame, è osceno che le donne, l’altra metà del cielo come le chiamava Mao, siano trattate bestialmente, che sia loro negato addirittura di venire al mondo tramite pratiche di aborto selettivo, è contronatura.
Parlare di democrazia in queste condizioni è penoso e difficilissimo. Ma parlare di democrazia SENZA parlare di questo è chiacchierare senza senso.
Il sessismo, il razzismo, il fascismo, l’imperialismo, il colonialismo, il militarismo, il nazionalismo,  messi ai voti o non messi ai voti rimangono PERICOLI MORTALI per ogni comunità umana e per tutta la la razza umana nel suo complesso. La difesa dell’ambiente e la difesa della dignità della persona sono inscindibili dalla democrazia.
La sinistra o è democratica o non è sinistra.
Chi oggi sposa le ragioni, o talune ragioni della destra, il mercato e/o la guerra (qualsiasi guerra e massimamente quelle in difesa del “nostro” mondo occidentale) è contro la democrazia.
E, attenzione, non è un caso che Bush abbia approfittato degli attacchi di Al Qaeda per mettere in discussione i diritti fondamentali della persona e dichiararli violabili nell’interesse della difesa della democrazia….anche peppino stalin ha riempito (e poi svuotato, in continuazione, con le fucilazioni e lo sterminio per fame) i GULAG dell’ URSS per difendere, così sosteneva lui, la Rivoluzione di Ottobre.
E si  badi bene la Rivoluzione era davvero in costante pericolo, così come lo è la democrazia, quel poco che ne abbiamo ai nostri giorni.
Ma la democrazia si difende con la democrazia. Rivendicando e lottando, anche in piazza,  anche con la ribellione, i nostri ed altrui diritti ad una vita dignitosa in pace con pane e istruzione per tutti.
Cose talmente semplici che, come giustamente diceva Brecht del comunismo, sono difficili a farsi.
Ma se si ricomincia da queste vedremo che quella confusione che pare esserci tra la destra e la sinistra tenderà pian piano a scomparire e la differenza apparirà nitida ed imprescindibile.
Per comodità provo a riassumere alcune differenze, senza pretesa né di completezza né di messa a punto fine.
IL CONTRIBUTO, ATTRAVERSO I COMMENTI, DEI LETTORI PIU’ VOLENTEROSI E BENEVOLI, SARA’ DETERMINANTE PER UNA DISCUSSIONE FRUTTUOSA PER TUTTI.

I VALORI DI DESTRA
 
Ordine (che non esclude anche certe forme di "democrazia"). Ovvero ognuno al proprio posto ed un posto preciso ed immutabile per ognuno. Ogni cambiamento è visto (o propagandato) come tentativo di stravolgere le basi della società.

Elitarismo -mascherato talvolta da- Meritocrazia (a seconda di umori e correnti basato sul “merito”, sulla ricchezza o sulla stirpe e/o sulla razza)


Darwinismo sociale (ovvero i meno adatti a sopravvivere, non vanno aiutati; è giusto che vadano avanti solo i più forti) e quindi del  darwinismo sociale fanno anche parte militarismo e colonialismo, ovvero oppressione di altri popoli visti come minaccia al nostro livello di vita e di consumi



e quindi Stato e Fisco molto, molto leggeri propensione a poche tasse, uguali per tutti...e quali sono queste tasse, uguali per tutti ?
Ma ovviamente le tasse che colpiscono i consumi, tipo IVA, ma anche, sia pure con peculiarità che le rendano più accettabili quelle sui servizi: ticket sulle prestazioni sanitarie, tasse scolastiche, quelle  sui documenti e quelle sulle cause giudiziarie, sui passaporti, tasse di possesso ecc. 
Queste tasse di regola, sia pure con "addolcimenti" per quanto riguarda i servizi essenziali, colpiscono cioè tanto il ricco che il povero...e quindi incidono percentualmente in modo maggiore sui redditi più bassi.

Razzismo, più o meno blando del tipo ”non sono razzista ma quelli lì.....ecc. ecc.)

Competizione
contro Collaborazione, Cooperazione, queste ultime viste come "sfruttamento" dei deboli sui forti e quindi contrarie al darwinismo sociale.

Individualismo
contro Partecipazione (ovvero “ognuno si deve fare i fatti propri” che non esclude forme di carità ed elemosina) ed anche come rifiuto di mediare e cercare accettare compromessi con gli altri, per il perseguimento/raggiungimento collettivo di bisogni obiettivi personali

Tradizionalismo (visto anche come barriera da opporre ad altre culture)

Neofobia, odio e paura delle innovazioni, a parte quelle che rispondono ad interessi immediati, elettrodomestici e trasporto, divertimento....qui poi entrano in ballo molteplici varianti generazionali culturali ecc. ecc.

Nazionalismo
(ovvero la mia patria sopra ad ogni altra cosa, siamo i migliori e dobbiamo sottomettere gli altri, fatto passare per patriottismo)

MACHISMO
(anche da parte di donne) Sessismo Razzismo Omofobia
Il Tradizionalismo comporta anche atteggiamenti Sessisti, machisti ed omofobi, salvo che alcuni soggetti, donne e gay di destra ne facciano una rivendicazione “corporativa”...

Sfruttamento dell’ambiente
(a parte minoranze bucolicheggianti) la destra mercatista vede con sospetto le limitazioni alla “valorizzazione” -in senso capitalista, o comunque economico produttivo- dell’ ambiente.

Chiesa ed Altare. Dio, Patria Famiglia
La religione come fattore di stabilizzazione politica, garanzia che i discorsi sull’altro mondo difendano gli interessi dei privilegiati in questo mondo. Non solo accettazione ma sollecitazione per una commistione tra religione e stato, tra religione e politica. Persecuzione di ogni eresia religiosa così come di ogni anticonformismo politico.

I VALORI DI SINISTRA

Democrazia, nel senso di sovranità popolare, ogni persona un voto. Contro ogni gerarchizzazione elitaria, contro ogni ordine fisso ed immutabile.

Cooperazione, Solidarismo, Fratellanza nel senso di consapevolezza della possibilità per ognuno di dare un contributo significativo al mantenimento ed al progredire della società. Contro ogni darwinismo sociale, per aiutare i meno favoriti.

Partecipazione (impegno  individuale nella collettiva conduzione della cosa comune, la RES PUBLICA, appunto)

quindi una forte propensione al Pubblico ed alla tassazione diretta e progressiva sui redditi e sui patrimoni (cioè chi più ha paga anche una quota percentuale maggiore di chi ha di meno) per fornire a tutti, in egual misura, servizi pubblici, trasporti, sanità, giustizia, sicurezza, istruzione di buon livello.
Qui occorre innestare una riflessione di attualità. Una forte presenza del pubblico in uno stato strutturalmente autoritario, opaco, poco trasparente, quale quello che la Repubblica ha ereditato, accettando questa eredità, dal fascismo, NON PORTA CERTO BENEFICI DI ALCUN GENERE ALLA MAGGIORANZA DEI CITTADINI ma solamente privilegi ai politicanti ed allo sterminato esercito di burocrati delle amministrazioni pubbliche. Abbiamo imparato a nostre spese che confondere STATO e PUBBLICO, STATO e POPOLO non è sinonimo di democrazia, ma di demagogia. Lo stato siamo noi ?? Sì ma solo se gli strumenti per controllare e per decidere sono diffusi tra tutta la popolazione, altrimenti lo stato sono loro, i potenti e prepotenti di sempre. Non è un caso che a lungo i rivoluzionari marxisti si siano chiamati socialisti democratici, senza socialismo non c'è vera democrazia ma anche senza vera democrazia non c'è socialismo.

Uguaglianza
(tra “razze”, sessi, individui.....difendere le uguaglianze per liberare le differenze)

Ambientalismo
(consapevolezza che la proprietà privata individuale o di gruppo va LIMITATA severamente di fronte alla messa in pericolo degli equilibri ecologici)

Apertura all’innovazione
, Progressismo.....(non rinnegare le tradizioni, anzi, conoscerle, valorizzarle, ma non fingere che possa essere fissata una volta per tutte l’identità dei singoli come dei gruppi, nazioni ecc. ecc)

ANTICLERICALISMO
.  Combattere per limitare il più possibile le interferenze dirette, esplicite ed organizzate della religione, di qualsiasi religione, (ma anche, è ovvio, di qualsivoglia organizzazione finalizzata alla diffusione dell’ ateismo) nella sfera della decisone politica.
Ciò che può essere peccaminoso per una fede non è necessariamente criminale per la comunità politica.
Fintanto che esisterà lo stato sarà la legge che stabilirà ciò che è bene e ciò che è male, decidendo i delitti e le pene  nello spazio politico dello stato.
Liberissimi poi i cittadini individualmente o associati, di darsi altre regole (non in contraddizione con quelle dello stato) e di amministrarne l’applicazione limitatamente all’ambito associativo. Il mangiar maiale, il divorzio, l’aborto, velarsi o meno la testa, possono essere peccati per credenti di questa o quella religione, ma non per questo debbono essere crimini per lo stato. La religione deve affidarsi alla persuasione e fermarsi lì, lo stato oltre alla persuasione può dover arrivare alla imposizione.
Lo stato democratico (RES PUBLICA) deve essere di tutti, le singole religioni son di chi ci crede, senza questioni di maggioranze o minoranze. Lo stato democratico non rispetta e non offende le religioni. Lo stato democratico difende la libertà di ogni cittadino di scegliere quale praticare e se praticarne o no.
Pacifismo
Internazionalismo come Uguaglianza ed antirazzismo (Libertà Uguaglianza Fratellanza)
Cosmopolitismo, ANTI IMPERIALISMO, ANTI COLONIALISMO.




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