venerdì 21 novembre 2008

BRUTTA GENTE BRUTTI TEMPI



La crisi economica ormai è al galoppo. Incertezze su questo non ve ne sono.
La stragrande maggioranza degli italiani ha ben altre preoccupazioni, ben altre urgenze, ben altri assilli per potersi interessare alla legge sulle elezioni europee, con o senza preferenza, oppure alla commissione bicamerale di vigilanza sulle attività della RAI.
Eppure entrambe contribuiscono a strutturare in modo ancor più perfezionato, ovvero blindato, una organizzazione del potere che non credo giusto chiamare berlusconiano.
E questo può avvenire in tranquillità e serenità; un po’ come quando gli sciacalli vanno a rubare nelle case abbandonate dai profughi di una calamità naturale.
Tale riorganizzazione del potere verrà sicuramente ereditata anche dalla attuale minoranza se mai andasse al governo, così come la ristrutturazione tatcheriana non è mai stata smantellata dai laburisti. Anzi.
Lo stato che prefigurano è uno stato in cui la rappresentanza è ridotta al minimo indispensabile, per poter ancora parlare di una patina di legittimazione democratica di quelli che stanno al potere.
E’ uno stato oligarchico, in cui la decisione, non importa quale e con quale prospettive, per non parlare poi di consenso, ha un ruolo centrale, un ruolo quasi divinizzato, sotto il nome di GOVERNABILITA’.
Se una dama francese, di fronte alla ghigliottina, potè dire “Libertà, libertà, quanti orrori si commettono in tuo nome” oggi orrori ben più gravi di quelli, orrori simili a quelli che portarono alla rivoluzione, orrori che disastrano e rendono prive di senso le vite di milioni persone, si commettono in nome della DECISIONE e del MERCATO.
Ma a renderli possibili non sono schiere di sognatori, di intellettuali utopisti, ma squallidi portaborse e reggicoda di quei pochi che veramente contano davvero:
Riccardo Villari, presidente incidentale della Commissione di Vigilanza, “Dio me l’ha data e nessuno me la toglierà” e l’avvocatucolo di Fasano, Nicola Latorre, rufiano e servile col Bocchino di turno. Brutta gente. Brutti tempi.

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