domenica 26 ottobre 2014

E' STATA ANCORA UNA VOLTA L'ENNESIMA PROCESSIONE, MA IL MIRACOLO NON ARRIVERA'


Caro compagno Mao,
mi dispiace dovertelo dire così chiaramente ma c’era qualcosa di sbagliato nella tua idea che quando il caos regna sotto il cielo la situazione sia eccellente.
Ieri, a Roma, una grossa manifestazione indetta da un sindacato un tempo di sinistra, ha evidenziato che in una parte del popolo italiano vi è uno stato d’animo ostile al governo (ed anche a tutte le forze politiche ed alla classe dirigente nel suo insieme).
E VORREI VEDERE CHE NO !!! Licenziamenti, chiusure di imprese, grandi e piccole, dietro le spalle anni sempre più bui, davanti un tunnel di cui non si vede la fine, difficoltà sempre crescenti a soddisfare bisogni elementari. Da quello delle cure mediche a quello di scuole decenti, alla casa, al mangiare. Del resto quando in un paese come l’Italia va a votare solamente metà della gente, qualcosa vorrà pur dire…
Ma il fatto che la gente sia profondamente scontenta della strada che gli fanno fare non significa manco per niente che abbia individuato un’altra strada, un percorso alternativo. La scontentezza, l’incazzatura, la rabbia ci sono da anni. MA LA SOCIETA’ ITALIANA NON E’ CAMBIATA IN MEGLIO, ANZI. Perchè per cambiare occorre che vi sia un programma, un percorso, obiettivi condivisi su cui fare una lunga lotta, su cui aggregare molte più persone di quelle scese in piazza ieri. Un primo segnale potrebbe già essere quello di smettere di dare cifre non vere. Ieri non erano un milione, erano tanti, e non è stato facile portare in piazza così tanta gente. MA NON ERANO UN MILIONE.  E le cifre contano. Perchè il partito che tutti fanno finta di credere guidi questo governo ha preso il 42 per cento dei voti. E manco quelli son bruscolini, anzi sono cifre certificate.
La grande processione di ieri NON ERA E NON VOLEVA ESSERE UNA MANIFESTAZIONE DI LOTTA.  Altrimenti con i tempi che corrono si sarebbero, almeno temporaneamente, bloccate strade autostrade ferrovie porti ed areoporti. MA IL SINDACATO SE NE GUARDA BENE ANCHE SOLO DAL PENSARLO.  Era una processione di gente che si aspetta, che invoca un miracolo.
Caro Mao, in testa a tanta gente regna una grande confusione. In tanti vogliono uno stato sociale, uno stato che non ti lasci solo quando hai più bisogno, una società solidale MA NON VOGLIONO CHE QUESTA SOLIDARIETA’ COMPRENDA ANCHE I PIU’ POVERI TRA I POVERI. Non vogliono estendere questi benefici anche a chi arriva in Italia da Paesi dove la vita è una tragedia che neppure possiamo immaginare quanto sia tragica, infernale. Eppure queste persone vorrebbero poter lavorare, mica mangiare a sbafo, mica fare i mantenuti. Ma la coperta è troppo corta e non basta per tutti, dicono in tanti. E’ una minoranza quella che dice che non è vero che non ci sono i soldi. E’ UNA MINORANZA QUELLA CHE DICE CHE I SOLDI BISOGNA ANDARLI A CERCARE ED A PRENDERE DOVE CI SONO. Gli altri, la maggioranza, pensano che questo sia molto, ma molto difficile. Ed allora preferiscono far la guerra ai poveri, pensano di poterla vincere….
E questo è un elemento di confusione, di divisione. Sarebbe bastato che ieri fosse stato il primo giorno, il primo passa di una lunga lotta perchè fosse riconosciuto a ciascuno il diritto ad una vita dignitosa. Cosa questa che oggi vuol dire salario di cittadinanza a chi ha perso il lavoro o a chi non ne ha ancora trovato uno. SAREBBE BASTATO QUESTO PER INTRODURRE UN PRIMO, INDISPENSABILE ELEMENTO DI CHIAREZZA NEL DIBATTITO POLITICO SUL NOSTRO FUTURO, SULLA STRADA CHE VOGLIAMO IMBOCCARE.  Ma di questo nel sindacato neppure si vuole parlare. Ed allora smettiamola di prenderci in giro con le stupidaggini sul fiume rosso che avrebbe inondato Roma. Ha ragione Renzi. Una parte minima, anche se rispettabile, dei sessanta milioni di italiani ieri ha manifestato a Roma la propria scontentezza. NELL’AGENDA POLITICA DELLE ORGANIZZAZIONI POLITICHE E SINDACALI COMUNQUE NON E’ CAMBIATO ASSOLUTAMENTE NIENTE. Le processioni passano, il disagio resta.

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