martedì 15 aprile 2008

FOTTUTI

Leggo, con sorpresa preoccupazione -di fronte a tanta ostinata imbecillità- che alcuni dirigenti della schiattata sinistra arcobaleno imputano al sistema elettorale la debacle della SA. E’ evidente che per questi personaggi l’esistenza politica fa tuttuno o quasi con l’esistenza istituzionale.

Un certo Marx, l’aver messo in soffitta il quale, senza nemmeno essersi dati la pena di trovargli un sostituto, potrebbe esere una causa della cecità sociale della fu SA, diceva che occorreva rimettere sui piedi quello che Hegel ecc.ecc. Orbene per certa gente sono le istituzioni il motore della politica e non la società, i suoi movimenti, le classi che la compongono....come inizio della rinascita non c’è male....
quindi, per costoro, se non si è nelle istituzioni non si esiste politicamente.
E’ VERO INVECE IL CONTRARIO. SE NON SI ESISTE NELLA SOCIETA’ NON SI ESISTE POLITICAMENTE E QUINDI NON SI RAPPRESENTA NESSUNO, E NON SI CONTA NIENTE, NELLE ISTITUZIONI. E’ COSI’ NEI FATTI. MA, PERMETTEMI UNA DIGRESSIONE VALUTATIVA, E’ ANCHE GIUSTO CHE SIA COSI’.

Una Sinistra Arcobaleno, di mettiamo cinque o dieci deputati e due o tre senatori, in un parlamento lega-dipendente, che differenza politica avrebbe fatto ? Ed ottenuti non perchè nonostante un aumento dei voti una legge elettorale all’uopo congegnata glie ne aveva scippati un bel po’ MA INVECE PATTUGLIA RESIDUALE DI UNA SCONFITTA COLOSSALE, come sarebbero di fatto stati...insomma davvero ci sarebbe stata una differenza politica sostanziale che avrebbe permesso di ragionare su orizzonti politicamente migliori ?

Siccome pare non sia ovvio, io dico di no. Mi ricordo il 12 maggio 1977, ero a Roma, in Piazza Navona, sul palco allestito dal Partito Radicale per celebrare il 3 anniversario della vittoria al referendum sul divorzio. Nelle strade tutto intorno violentissimi scontri tra polizia e dimostranti, arrivarono sul palco, prima Pannella e poi Mimmo Pinto, pieni di botte, Pinto aveva la camicia e la giacca stracciate e molti lividi in faccia, erano tutti e due deputati in carica. O Pannella era senatare, non ricordo bene. Comunque parlamentari. Mimmo mi abbraccia e mi dice “‘Uaglio’ quando ho fatto vedere il tesserino della Camera mi hanno picchiato di più (erano CC) gridandomi hiii che gente di merda teniamo in parlamento.”

Perchè questo ricordo ? Per dire che quando il potere si sente socialmente forte (ed era cominciata in quegli anni l’epoca che chiamavamo il riflusso e che tuttora -salvo sporadiche interruzioni- continua) si permette anche di calpestare apertamente pezzi di legalità. Il venir meno di quell’egemonia sociale, culturale e politica della sinistra, della voglia di cambiamento, simboleggiata dall’icona sessantottina, rese possibile quello e tanti altri episodi.
Ed allora non di qualche deputato o senatore in più o in meno ci si dovrebbe preoccupare PRINCIPALMENTE ma di perchè quello che faticosamente si era cominciato a ricostruire dopo il dissolvimento del PCI, da un lato e dei gruppi della sinistra, autoproclamatasi rivoluzionaria, dall’altro, è crollato miseramente.
E si tratta anche di vedere se è crollato miseramente tutto d’un colpo o, come invece penso io, è andato via via perdendo quei pezzi che ha scelto consapevolmente di lasciar perdere, pensando di surrogarli, almeno elettoralmente, con un po’ di sottogoverno...
Altro che tsunami inaspettato, sono venuti, rapidamente e brutalmente al pettine quei nodi e problemi che si era tralasciato di mettere al centro delle proprie prospettive. Penso al sindacalismo di base, penso ai comitati, come il comitato dei disoccupati di Acerra, a pezzi di società marginale (ed emarginata dal potere) come le organizzazioni dei migranti, come il No Dal Molin, che erano state viste come scommesse perse, anzi come intralci sulla via di una integrazione istituzionale.
La prospettiva, certo non dichiarata, era di rappresentare nelle istituzioni un po’ di sindacalismo confederale di sinistra....senza tenere conto che questo sindacalismo è quello socialmente meno radicato.
Infatti paradossalmente i gruppi conflittuali emergenti tendono ad autorappresentarsi ed a sfuggire alle mediazioni che questi pseudosinistri possono offrirgli ed a farle magari direttamente con la dirigenza confederale certe mediazioni o a non farle affatto.
Se vi è un radicamento sociale del sindacato è proprio laddove una sinistra pseudoradicale non può né seminare né raccogliere, è nel sindacato apertamente e dichiaratamente burocratizzato, come servizio sociale e clientelare. Non che la sinistra pseudoecc. rifugga da certe pratiche, tuttaltro.... è che, contrariamente ad altri, non ne può fare apertamente la propria ragione sociale ed il proprio motore di sviluppo...pena l’essere una brutta copia alla quale gli utenti preferiscono l’originale.
Quindi davvero tutto sbagliato, tutto da ripensare.
Se così è quale il ruolo di gruppi dirigenti che hanno scelto consapevolmente di fottersene e strafottersene dei movimenti ( vedi gli squallidi giochetti di RC a CE tra Ex Canapificio e Millepiani) ed hanno perso la battaglia ?
E’ una risposta che non credo competa che a loro stessi. Se si vogliono accodare, e non sono mariuoli, si accomodino, in fila c’è sempre posto. In caso contrario non servono. Non sono inutili. SONO DANNOSI. Se proprio vogliono dare ancora una mano, come ha dichiarato Bertinotti, che la vadano a dare a Bossi (se fosse così stupido da accettarli), questo ci aiuterebbe sicuramente a sperare in un futuro meno plumbeo.

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