mercoledì 24 febbraio 2010

LA MORTE ASSURDA DI ORLANDO ZAPATA TAMAYO, DISSIDENTE CUBANO

Orlando Zapata aveva 42 anni e scontava una condanna a 36 anni in un carcere di Camaguey

MUORE DISSIDENTE CUBANO DOPO UN PROLUNGATO SCIOPERO DELLA FAME

Gerardo Arreola, La Jornada, da La Habana.

La Habana 23 febbraio 2010
L’ oppositore Orlando Zapata Tamayo, che era stato adottato da Amnesty Internacional come prigioniero di coscienza e che secondi fonti della dissidenza aveva iniziato un lungo sciopero della fame in varie prigioni cubane è morto oggi a 42 anni in un ospedale di questa città.
Si è trattato di una morte “completamente evitabile”, ha detto Elizardo Sánchez, membro della illegale ma tollerata Commissione Cubana per i Diritti Umani e la Riconciliazione Nazionale.
“E’ la peggiore tragedia di questo tipo in questo paese -ha soggiunto- tutto il movimento per i diritti umani sta reagendo, rifiutando e condannando quello che si può considerare un assassinio travestito da provvedimento giudiziario”
Tamayo è giunto lunedì notte nel Dipartimento di Terapia Intensiva dell’ Ospedale Fratelli Amejiras in Centro Habana, già in stato critico, con lesioni a vari organi ed è deceduto martedì alle 15,30.
Nato a Banes nella provincia orientale di Holguin, afrocubano, era muratore ed idraulico, all’inizio dell’ultimo decennio entrò in gruppi avversari del governo, fatto che causò tre incarcerazioni, l’ultima nel 2003.
Nonostante il suo arresto abbia coinciso con quello di altri 75 oppositori, è stato processato e condannato individualmente, inizialmente a tre anni di carcere.
Orlando Zapata ha inscenato numerose proteste contro il trattamento e le condizioni carcerarie e per questo ha accumulato nuovi processi e sentenze, fino alla somma di 36 anni.
La sua ultima lotta è incominciata il passato 3 Dicembre nel Carcere Provinciale di Holguin da dove la direzione lo ha inviato alla Prigione del Kilo 8, nella vicina provincia di Camagüey, dove fu assegnato ad un settore di massima severità.
Qui Zapata proseguì nello sciopero della fame e fu ricoverato nella clinica della prigione. La settimana scorsa è stato traportato d’urgenza all’ Ospedale Giudiziario Nazionale del Combinato dell’ Est, nella capitale, da dove è stato mandato al Fratelli Amejiras.
Da due settimane era intubato ed in stato semicomatoso, ha aggiunto Sanchez.
Questa stessa notte (23-24 c.m) sarà effetuata l’autopsia dopo di che il corpo sarà riportato a Banes per esservi seppellito secondo il desiderio dei familiari.
Sanchez ha inoltre affermato che esiste un solo precedente a Cuba di un oppositore morto in carcere dopo uno sciopero della fame, quello del leader studentesco, Pedro Luis Botel, nel 1972.
Alcuni prigionieri del gruppo dei 75 hanno inviato una lettera aperta la presidente brasiliano Lula, che inizia una visita di stato a Cuba, per chiedergli di intercedere per la loro liberazione e che si interessi in particolare del caso Zapata.

Ho tradotto fedelmente  il testo di Gerardo Arreola, corrispondente da La Habana del messicano LA JORNADA.
Mi vengono alcune considerazioni amare, molto amare. Cuba, è sì una dittatura, uno stato di emergenza a vita, possiamo ormai dirlo, ma CERTAMENTE non è (tanto per non citare sempre i soliti Pinochet e kamerati varii) né l’Egitto, né il Marocco, né la Tunisia, tanto per parlare di casi osceni molto vicini a noi. Democrazie, per definizione, dato che sono amiche dell’Occidente. Là non credo che a un leader della dissidenza sarebbe stata data la possibilità di parlare con giornalisti stranieri per denunciare l’assassinio di un prigioniero politico.

Eppure in queste "democrazie" le torture (e le sparizioni) sono all’ordine del giorno, mentre a Cuba, come testimonia lo stesso Sanchez, si ricorda un solo altro caso simile, nel 1972.
A Cuba però si può essere condannati a 36 anni per aver criticato il governo.
E’ accettabile questo ?
E’ accettabile che un regime che dirige il paese da 51 anni non riesca a gestire il pericolo rappresentato dalla critica di un muratore dissidente, sicuramente dotato di notevole spina dorsale, in altro modo che obbligandolo al martirio ?
E’ pensabile che non vi sia una leadership dotata di capacità negoziali tali da garantire insieme flessibilità e controllo in momenti in cui la “rifondazione” della 4 Flotta USA, quella del Caribe non lascia presagire nulla di buono per i movimenti democratici e progressisti di quella parte del mondo?

E come vedete non metto in primo piano il tema "così si regalano argomenti e pretesti agli amici dell' imperialismo per denigrare la Rivoluzione Cubana." 
Infatti non si tratta di questo ma della libertà di critica al potere, le cui forme ed i cui confini non possono venire stabilite unicamente e solamente da chi questo potere detiene.
Ovvero si può fare, tanto è vero che lo fanno ma......

Quando questo succede, come è il caso di Cuba, si apre, prima e si approfondisce poi, un fossato tra il paese ed i suoi governanti.
"Ma vai a vedere come e quanto il popolo sia a fianco del governo, anzi quanto il governo sia tuttuno con il proprio popolo e poi parla !!!" mi hanno detto più volte persone che si reputano sincere amiche della Rivoluzione Cubana.
Si tratterebbe quindi di rompicoglioni isolati ?
E questi rompicoglioni isolati costituiscono un problema tale da risolvere con condanne a 36 anni in carceri di rigore ??? 
Ma davvero vogliamo scherzare ??
I Posada Carriles e quelli come lui che la CIA, nel corso degli anni, ha inviato a Cuba  a mettere bombe o ad infettare, con agenti batterici e virali vari, non scendono in strada a dar volantini. Agiscono nell'ombra, e nell'ombra spariscono. Non fanno scioperi della fame. Anzi nell' ombra organizzano azioni di sabotaggio perchè si abbiano carestie.
Confondere il dissenso politico o anche la semplice critica, fosse la più becera ed infondata, con il terrorismo, il sabotaggio e la controrivoluzione, ha fatto sprofondare la fu Unione Sovietica dal breznevismo al putinismo.
E' questo che augurano a Cuba quelli che urlano a pieni polmoni che comunque, fino ad ora, Fidel ha sempre avuto ragione ? 

1 commento:

Enrico ha detto...

Complimenti, una analisi molto seria ed equilibrata.