sabato 18 settembre 2010

RAZZISMO RAMPANTE A CASTELVOLTURNO

Antonio Scalzone, sindaco di Castelvolturno, Caserta ha respinto la richiesta di mettere un piccolo monumento ed una targa commemorativa sul luogo dove il 18 Settembre 2008 un gruppo di fuoco dei “casalesi” (guidato da Giuseppe Setola) assassinò 6 ganesi, e ne ferì gravemente un settimo.
La richiesta era stata presentata da un gruppo di associazioni riunite nella Rete Provinciale Antirazzista, che vede insieme i padri comboniani, il Centro Sociale ExCanapificio di Caserta l’associazione Jerry Mazlo e molti altri ancora.
 Scrive Antonio Scalzone
“ritengo inopportuno ed improponibile l’allocazione della scultura commemorativa della strage per ragioni legate ad indagini che probabilmente non sono ancora concluse ma che gettano più di un’ombra sulla strage.
Secondo notizie di stampa la sartoria Ob. Exotic Fashion era una base logistica per lo spaccio di droga gestito da un’organizzazione criminale della quale facevano parte immigrati del Ghana.”
Anticipo subito che, questa mattina, alle 11 i promotori tenteranno comunque di mettere in loco il monumento, con una motivazione in più….rigettare apertamente le vili insinuazioni razziste del sindaco di Castelvolturno.
Addirittura costui in allegato al fax con cui comunica la decisione unisce due articoli di giornaletti locali, risalenti al Novembre 2009, in cui si allude al fatto che sulla sartoria africana, nei pressi della quale si è consumata la strage, esistevano indizi che potesse essere una base di spacciatori.
Non viene né allegato né  citato alcun atto ufficiale della competente autorità giudiziaria, (come si dice in burocratese) da cui risulti, in un qualche modo, il coinvolgimento diretto delle vittime in attività criminali di qualsivoglia tipo.
Di più: a tuttoggi non risultano provvedimenti presi a carico dei proprietari dei locali della sartoria….
Il discorso di Scalzone (e di tanti abitanti di Castelvolturno) è di stampo chiaramente razzista.
Svariati ganesi (e comunque africani) sono coinvolti nello spaccio, cosa per altro verissima, e quindi anche le vittime, in quanto ganesi, sono/erano criminali fino a prova contraria.
Ovvio sottolineare come il fatto che anche molti italiani siano spacciatori non venga assolutamente preso in considerazione.
Il processo per la strage, iniziato il 12 Novembre 2009 presso la Corte di Assise di Santa Maria CV (CE) non solo non ha dato risultati che corroborino in alcun modo la tesi delle bande razziste ma, se mai, ha avallato la tesi contraria, quella sostenuta da persone, anche italiane, che le vittime le conoscevano bene.
Le vittime sono state uccise a casaccio, a quanto risulta ad uno dei sicari del gruppo di fuoco, Oreste Spagnolo, che ha deposto in tal senso, non è stata una azione mirata ad eliminare dei concorrenti o a riportare in linea degli “scissionisti”….ma un atto diretto a far abbassare la testa a questi negri di merda.
Che questa sia l’interpretazione prevalente in ambito giudiziario è provato dal fatto che agli imputati viene contestata anche l’aggravante dei motivi razzisti e la corte ha ammesso la costituzione di parte civile del Centro Sociale ExCanapificio-Movimento Provinciale Migranti di Caserta.
Ovviamente tutto questo non basta ad Antonio Scalzone.
Immaginiamoci per un attimo che qualcuno vada a fare un’inchiesta su certi nomi. Penso ai nomi incisi sulle lapidi che in tante parti d’Italia commemorano le stragi di civili inermi ad opera delle truppe nazifasciste…e ne esca fuori che qualcuno dei trucidati non aveva condotto una vita propriamente esemplare. Che si fa ? Si toglie il suo nome dalla lapide ? Come se i suoi assassini lo avessero voluto punire per quello ? O come se taluni dei suoi trascorsi lo rendessero indegno di figurare come vittima innocente di tanta barbara violenza ?
Noi queste domande non ci azzardiamo a porle al sindaco Scalzone, tra l’altro nato a Casal di Principe, come tante brave persone e tanti criminali.
ABBIAMO PAURA DELLA RISPOSTA CHE POTREBBE DARCI.

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