venerdì 18 aprile 2008

IL VENTO DELL' EST ....?

Dal Nepal all’ Equador, dal Venezuela alla Bolivia soffia forte il vento dell’est.....
Bello come incipit di un articolo molto vetero sulle “rivoluzioni” in atto in paesi poveri e poverissimi di questo nostro mondo.
Ma servirebbe scrivere e propagandare queste cose ? Sarebbero cose vere ?
Questi quattro paesi sono paesi molto, molto ma molto poveri....di una povertà che solo chi da noi li abba visti può averne una pallida idea. Sono anche paesi contadini.
Solo il
Venezuela e l’Equador hanno risorse naturali, minerarie, di un certo rilievo. Gli altri no.

Sono paesi in cui la parola socialismo si traduce, per l’immediato, in cibo, sanità e scuola per tutti. Come a Cuba quasi cinquantanni fa.
E la cui traiettoria politico istituzionale, se

non verrà stroncata da qualche golpe imperialista, sarà abbastanza simile a quella cubana.
Ovvero ben lontana da quel socialismo libertario che è la meta a cui guardiamo noi “rossi” dei paesi sviluppati.
Ma saranno, se non cadranno nel polpottismo, comunque paesi del Terzo Mondo in cui la vita umana avrà un valore infinitamente maggiore di quello che la vita umana aveva nell’Argentina dei generali, nel Chile di Pinochet, nel Viet-Nam del Sud,...
Un valore infinitamente maggiore a quello che ha tuttora in Guatemala, in Colombia, in Perù, in Messico; ma anche nelle fabbriche della ThyssenKrupp. Un valore infinirtamente maggiore a quello che la vita umana dei proletari ha oggi in Cina e negli USA.
Per il resto da un lato non possiamo prenderli a modello perchèla proposta rivoluzionaria da noi va pensata e formulata in termini abbastanza lontani, legata cioè alle nostre condizioni di vita e di sviluppo.

ANCHE SE TALE PROPOSTA NON PUO’ ASSOLUTAMENTE PRESCINDERE DA UN
RIPENSAMENTO DEL NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO, CENTRATO ANCHE SULLA RAPINA IMPERIALISTICA DELLE RISORSE SOTTRATTE AI POPOLI DEL TERZO MONDO.

D’altro canto, le critiche, pur ovvie e doverose, vanno formulate con tutta la rispettosa cautela di chi

1) Sullo sfruttamento imperialistico di quei paesi fino ad ora ci ha vissuto

2) Non ha saputo, pur avendoci provato, portare avanti nessuna iniziativa che indebolendo
il capitalismo e l’imperialismo in casa propria fosse di aiuto e sostegno sia al proletariato nazionale, che a quello del terzo mondo. A proposito di noi sinistra italiana, non possiamo dimenticare che non siamo riusciti neppure ad impedire il raddoppio della base NATO di
Vicenza, l’ormai celebre Dal Molin.

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