sabato 20 dicembre 2008

PER LA TRENTANOVESIMA VOLTA 12 DICEMBRE



Il dodici dicembre un anno era passato
dal giorno delle bombe della strage di stato
e in uno scontro in piazza, con una bomba al cuore
ammazzan Saltarelli gli sbirri del questore.


Fa otto giorni che ricorreva il 39 anniversario del 12 dicembre, del giorno “delle bombe della strage di stato” ed il 38 anniversario della morte a Milano,del compagno Saverio Saltarelli, militante di Lotta Continua, che era sceso in piazza per gridare appunto che la strage era di stato, che Valpreda e Pinelli erano innocenti, e venne
fulminato da un lacrimogeno sparatogli in pieno petto da un carabiniere, in Via Larga.

Fino a qualche decina di anni fa era un anniversario di quelli forti e tosti, ora non più.

Per questo non me la sono sentita di mettermi a scrivere queste righe il giorno stesso dell’anniversario.
Mi sembrava quasi di celebrare una liturgia, stanca, che non riguardasse altri che me, o al più qualche sopravvissuto.
E poichè le cose successe sono importanti di per sé, comunque, e per le conseguenze che vennero negli anni posteriori, credo un cenno di doverlo comunque fare, a prescindere dal giorno preciso dell’anniversario.

Ora Saverio Saltarelli avrebbe più o meno la mia età, (62 ) quando venne ammazzato da un reparto di carabinieri, il 12 dicembre 1970, ne aveva 23....non era una figura di rilievo tra i moltissimi militanti, era uno qualunque, come me, per questo lo voglio ricordare. Carlo Giuliani è stato solo, l’ultimo, per ora.

E devo anche sgravarmi la coscienza per aver dubitato del “ballerino anarchico” Valpreda.

Il mio perbenismo (ballerino di sicuro, anarchico ???? bohhhh) me lo faceva vedere come soggetto eccellente, il più adatto alla turpe provocazione) contrapposto alla figura solida e affidabile del ferroviere Pinelli. Devo dire che da quella volta non ci son cascato più.

E Valpreda sino all’ultimo di una vita mai facile, (Milano 1933-2002) anzi assai travagliata, ha sempre dimostrato di avere insieme una spina dorsale ed un’immensa umanità che devono essere esempio da tramandare a tutti.

Insieme a quel rimorso mi porto la gioia di averlo potuto votare nel 1972 quando il manifesto lo candidò alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Livorno-Pisa-Grosseto-Lucca-MassaCarrara.
Allora astenersi era davvero impensabile.
Allora intorno all’iniziativa del manifesto accorremmo in tanti (anche quanti non concordavamo in tante cose) perchè era la nostra bandiera, astenersi allora sarebbe stato dottrinario e settario.

Ecco ora che sono morti, li devo ricordare, perchè anche noi i nostri santi ed i nostri martiri ce li abbiamo, non sono in paradiso, ma vivono, quando li vogliamo e sappiamo far vivere, nella memoria e nelle lotte di tutti e di ciascuno.

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