giovedì 14 gennaio 2010

Karl e Rosa 1919-2010

Rosa e Karl 15 Gennaio 1919
 (questa nota è frutto di un po’ di rielaborazione di quanto “saccheggiato” sui siti -il pane e le rose- e wikipedia.it)

Nasce in una famiglia ebraica il 5 marzo 1871 a Zamoshc, in provincia di Lublino, nella parte allora russa della Polonia, ultima dopo cinque fratelli.  Già al liceo aderisce a Proletariat, organizzazione rivoluzionaria clandestina di orientamento  socialista; a 18 anni è costretta all’ esilio  per sfuggire all’arresto.
Si stabilisce  a Zurigo dove studia economia politica e legge (1889-1896), partecipando ovviamente alla vita politica degli esuli russi, sostiene posizioni decisamente internazionaliste. Nel 1897 ottiene la cittadinanza tedesca, grazie al matrimonio di comodo con l’operaio Gustav Lübeck e nel 1898 si iscrive alla SPD, il partito socialdemocratico tedesco.
Trasferitasi a Berlino aderisce al Partito SocialDemocratico, prendendo posizione, assieme a Karl Kautsky, contro il revisionismo teorico di E. Bernstein e rappresentando, con Karl Liebknecht, l’ala sinistra del partito.
A Bernstein – contro Bernstein – è dedicato lo scritto Riforma sociale o rivoluzione? del 1899: mentre la Luxemburg appoggiava l’ attività riformista (come mezzo della lotta di classe) lo scopo delle riforme era per lei quello di condurre verso una completa rivoluzione.
Dal suo punto di vista l’incessante attività riformista non avrebbe fatto che appoggiare la borghesia dominante.

La Luxemburg ebbe modo di incontrare e conoscere molti socialdemocratici russi e tra questi anche i leader del partito: Georgy Plechanov e Pavel Axelrod. Non molto tempo più tardi ella espresse forti differenze teoriche con il partito russo, innanzitutto sulla questione dell’autodeterminazione polacca.
La Luxemburg era convinta infatti che l’autodeterminazione potesse solo indebolire il movimento socialista internazionale, aiutando la borghesia a rafforzare il suo ruolo di classe dominante sulle nuove nazioni indipendenti. Su quest’ argomento ella si distaccò tanto dal partito russo che da quello polacco, i quali erano d’accordo nel considerare legittimi i sentimenti di autodeterminazione delle minoranze nazionali all’interno dell’impero russo.
In opposizione a questi partiti la Luxemburg partecipò alla costruzione del Partito socialdemocratico polacco.

In questo periodo la Luxemburg incontrò Leo Jogiches, colui che sarà suo compagno per tutto il resto della sua vita e col quale condividerà un’intensa relazione tanto personale quanto politica.
Nel 1904 subì la prima detenzione, di tre mesi, per lesa maestà; tornò in carcere per qualche mese l'anno successivo, quando si recò a Varsavia in occasione della prima rivoluzione russa. Non appena, nel 1905, scoppiò in Russia la rivoluzione che presto si espanse alla Polonia russa e a tutti gli angoli dell’impero zarista, la Luxemburg espresse il suo più pieno appoggio al partito bolscevico contro menscevichi e socialrivoluzionari e rivolse le sue attenzioni ed i suoi sforzi nell’ appoggio al partito socialdemocratico di Polonia e Lituania (SDKPiL); pur non riuscendo a lasciare la Germania fino al dicembre 1905 svolse ugualmente il suo ruolo di principale analista politico del SDKPiL, scrivendo per esso un vasto numero di opuscoli; fu inoltre molto occupata dal problema di fornire un’educazione marxista di base alle migliaia di nuovi attivisti del partito, che nel giro di meno di un anno passarono da poche centinaia ad oltre 30.000. Non appena giunta a Varsavia, nel 1906, venne però arrestata.

Sempre nel 1906 scrisse Sciopero di massa, partito politico e sindacato, in cui esaltava l’importanza dello sciopero generale, in alternativa alla visione leninista di un partito di rivoluzionari di professione rigidamente strutturato, ed attaccava con violenza il conservatorismo della burocrazia istituzionalizzata dei sindacati. A causa di questa sua visione dello sciopero di massa come il più importante strumento rivoluzionario nelle mani del proletariato, scaturì un duro conflitto nella socialdemocrazia tedesca, soprattutto con August Bebel e Karl Kautsky. Per la sua appassionata ed implacabile azione agitatoria, la Luxemburg si guadagnò il soprannome di "Rosa la sanguinaria".

Dal 1907 al 1914 insegnò economia politica alla scuola di partito di Berlino, pubblicando una delle sue opere fondamentali, L’accumulazione del capitale (1913), lavoro volto a spiegare l’inesorabile movimento del capitalismo verso la sua fase imperialistica.

Trovandosi sempre più a sinistra in seno ad una socialdemocrazia tedesca, che andava sempre più a destra, finì per polemizzare, sul tema della riforma elettorale allora in discussione, col vecchio amico di un tempo, quel Karl Kautsky che era ancora erroneamente considerato all’interno dell’Internazionale il rappresentante della più pura ortodossia marxista, quel Karl Kautsky con cui neanche Lenin aveva ancora rotto i ponti (cosa che avvenne nel 1914, dopo che Kautsky ebbe dato il suo appoggio all’imperialismo tedesco).

Nella sua difesa del marxismo "classico" contro il revisionismo riformista, Rosa Luxemburg introduce alcune importanti note personali: interamente suo è l'accento sulla creatività delle masse, sulla loro spontaneità rivoluzionaria che i dirigenti del partito operaio non devono né forzare, né reprimere o bloccare in una "camicia di forza burocratica". Per Rosa Luxemburg, il compito del partito è quello di indicare la via, ma l'iniziativa storica non spetta ad esso, bensì alle masse: anche i passi falsi di un reale movimento operaio sono storicamente più utili dell'infallibilità del miglior comitato centrale.

Allo scoppio della prima guerra mondiale la Luxemburg si oppose ardentemente alle posizione social-scioviniste assunte dalla socialdemocrazia tedesca, che appoggiò apertamente l’aggressione tedesca e le sue annessioni. Insieme a Karl Liebknecht (l’unico parlamentare socialdemocratico che aveva spezzato la fedeltà al partito rifiutando di votare a favore della concessione dei crediti di guerra), abbandonò il partito socialdemocratico e partecipò alla formazione del Gruppo Internazionale (che presto muterà il proprio nome in Lega di Spartaco) allo scopo di contrastare il socialismo nazional-sciovinista e di incitare i soldati tedeschi a rivoltare i loro fucili contro il proprio governo per abbatterlo.

Per questo la Luxemburg e Liebknecht vennero processati ed imprigionati. In carcere la Luxemburg stende quell’ analisi critica del movimento socialista, nota come Junius Pamphlet (1916), che suscitò le critiche di Lenin, discorde sul ruolo del partito guida. Il Junius Pamphlet divenne il fondamento teorico della Lega di Spartaco.
Sempre in carcere la Luxemburg scrive il saggio "La Rivoluzione Russa", nel quale critica il potere dittatoriale del partito bolscevico. In questo testo la Luxemburg spiega il suo punto di vista a proposito della teoria della dittatura proletaria:
"Sì alla dittatura! Ma questa dittatura consiste in un modo di applicare la democrazia, non nella sua eliminazione, in un energico e risoluto attacco ai ben-consolidati diritti e relazioni sociali della società borghese, senza i quali la trasformazione socialista non può essere realizzata. Ma questa dittatura dev’essere opera della classe, e non di una piccola minoranza che agisce in nome della classe – cioè, essa deve procedere passo dopo passo per mezzo dell’attiva partecipazione delle masse; essa dev’essere sotto la loro diretta influenza, completamente soggetta al controllo dell’attività pubblica; essa deve scaturire dalla crescente consapevolezza politica della massa del popolo".

In ogni caso, pur attaccando l’eccessivo dominio del partito bolscevico sul governo sovietico, la Luxemburg riconobbe il fatto che, sotto le pressioni della violenta guerra civile in corso in Russia, tale atteggiamento dei bolscevichi risultava necessario: "Si chiederebbe qualcosa di sovrumano a Lenin ed ai suoi compagni se ci si aspettasse da essi che facciano apparire d’incanto, in tali condizioni, la più raffinata democrazia, la più esemplare dittatura del proletariato e la più fiorente economia socialista. Con la loro determinata posizione rivoluzionaria, la loro esemplare forza nell’ azione e la loro indistruttibile lealtà al socialismo internazionale, essi hanno contribuito nel miglior modo possibile data la diabolicamente ardua situazione nella quale imperversa la Russia. Il pericolo inizia solo quando essi fanno di necessità virtù e vogliono cristallizzare in un completo sistema teorico tutte quelle tattiche che essi sono costretti a sostenere a causa di queste fatali circostanze, raccomandando così il medesimo atteggiamento al proletariato internazionale come modello di tattica socialista".

La Luxemburg successivamente si oppone allo sforzo compiuto dal governo sovietico per raggiungere la pace a tutti i costi, sforzo ‘terminato’ con la firma del Trattato di Brest-Litovsk con la Germania.

Nel novembre 1918 il governo tedesco ridiede, con riluttanza, libertà alla Luxemburg; al che ella poté riprendere immediatamente la sua attività rivoluzionaria, formando con Karl Liebknecht e Wilhelm Pieck il Partito comunista tedesco e ponendosi alla direzione del Die Rote Fahne (La Bandiera Rossa).

Nel 1918 si oppone alla cosiddetta Sollevazione Spartachista perché la riteneva avventurista, ed alla formazione del Partito Comunista di Germania perché prematura.

Con Liebknecht e Pieck il 15 Gennaio 1919, venne rapita e condotta presso l’hotel Adlon di Berlino ed in seguito assassinata, insieme con Liebknecht, dai soldati dei cosiddetti Freikorps, gruppi paramilitari fascisti, agli ordini del governo del socialdemocratico (di destra) Friedrich Ebert. I primi due vennero scortati in stato di incoscienza, per le torture subite, fuori dall’edificio dai paramilitari fascisti. Mentre i corpi inermi della Luxemburg e di Liebknecht venivano silenziosamente trasportati lontano su una jeep militare, fucilati e gettati in un fiume, Pieck riuscì a trovare la via della fuga, era il 15 gennaio 1919.

Nel maggio 2009 il settimanale tedesco “Der Spiegel” ha pubblicato notizia del ritrovamento del cadavere di Rosa Luxemburg. Secondo il settimanale, le spoglie attualmente sepolte in un cimitero di Berlino, non sarebbero i reali resti della Luxemburg, che invece si troverebbero presso l'Istituto di medicina legale dell'ospedale Charité di Berlino. Prova ne sarebbe la presenza di una malformazione femorale di cui la Luxemburg soffriva, del tutto assente invece nei resti finora ritenuti autentici. Rosa Luxemburg fu infatti assassinata durante il suo trasporto in carcere. Il suo corpo fu gettato in un canale e in seguito recuperato, ma fin da subito sorsero molti dubbi circa l'autenticità del riconoscimento a causa delle discordanze anatomiche.

Rosa fu una grande e brillante teorica del socialismo.
Lenin stesso, nonostante i numerosi scontri teorici avvenuti in precedenza tra i due, la definì "un’aquila", sostenendo che "i suoi scritti […] serviranno da utili manuali nella formazione delle future generazioni di comunisti di tutto il mondo" (Lenin, Note di un pubblicista).

Anche Trotsky non manca di lodare il carattere, la coerenza e l'intelligenza politica della Luxemburg, così, per esempio, sempre ne La mia vita scrive di lei: "Era una donna piccola, fragile, e all'apparenza pure malaticcia, ma con un volto nobile e occhi bellissimi che irradiavano intelligenza; affascinava l'assoluto coraggio della sua mente e del suo carattere. Il suo stile, che era insieme preciso, intenso e spietato, sarà sempre lo specchio del suo spirito eroico. La sua era una natura complessa e multiforme, ricca di sfumature sottili. La Rivoluzione e le sue passioni, uomini ed arte, natura, uccelli e floricoltura, tutte queste cose avrebbe potuto suonare le innumerevoli corde della sua anima. 'Vorrei avere qualcuno', scrisse un giorno a Luise Kautsky, 'che mi credesse quando dico che è solo per mezzo di incomprensioni ch'io mi trovo nel bel mezzo di questo vortice della storia umana, laddove in realtà io sono nata per guardare oltre le oche, nei campi'. I miei rapporti con Rosa non erano segnati da nessun tipo di amicizia personale; i nostri incontri erano troppo brevi e troppo infrequenti. Io la ammiravo da lontano. Eppure, probabilmente non la apprezzavo ancora abbastanza all'epoca"… ma, “all'epoca”, era ancora il 1907.

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