venerdì 14 gennaio 2011

TUNISIA IN FIAMME

Proviamo ad immaginare che, durante una manifestazione popolare di protesta, a Cuba, la polizia spari ed uccida anche un solo dimostrante.
Il danno per l’ecosistema mondiale sarebbe di portata incalcolabile. Quante migliaia di piante finirebbero abbattute per fare la carta sufficiente a stampare le migliaia e migliaia di articoli di denuncia delle nefandezze del governo comunista ? le migliaia e migliaia di appelli di intellettuali alla sergio staino per la libertà di Cuba ? quale libertà ? ma ovviamente quella di scegliere l’american way of life...
E non finisce qui. Come ben sappiamo più un computer funziona, più consuma elettricità. La produzione di elettricità  è una delle cause dell’effetto serra, provocato dall ‘immissione di anidride carbonica nell’atmosfera del pianeta. Ovvio che per diffondere al massimo l’indignazione dei blogger di tutto il mondo per le nefandezze della Rivoluzione Cubana sarebbe immessa nell’atmosfera terrestre una quantità, anch’essa incalcolabile, di tonnellate di anidride carbonica.
Anche questo da mettere sul conto della famiglia Castro.
E se si chiede anche a gente politicamente disinformata chi sia Fidel Castro minimo minimo ti diranno che è uno che ha una lunga barba, magari alla padre Pio...forse non molto altro ancora, ma comunque...
Provate a chiedere invece chi sia Ben Alì, o più esattamente il gen. Zine El Abidine Ben Ali', ho idea che le facce allibite che incontrerete saranno parecchie.
Eppure la Tunisia è dieci, undici volte più vicina di Cuba (in ore di volo), gli italiani che ci vanno in vacanza son parecchi, i tunisini che vivono in Italia sono sicuramente più numerosi dei cubani....
Come è possibile che decine e decine di ragazzi ammazzati come cani dalla polizia tunisina mentre erano in strada a chiedere pane e lavoro non siano una notizia da prima pagina ?
Come è possibile che il nome di Mohamed Bouazizi, il suo ritratto non siano sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo ? E principalmente di quelli italiani e francesi ?
Perchè Jan Palach sì (come è giusto) e Mohamed Bouazizi no ? (ed è terribile) ???
Mahamed Bouazizi era un laureato di 26 anni che per vivere onestamente si era persino messo a vendere frutta, pur non avendo la regolare licenza, la polizia tunisina (notoriamente un verminaio di corruzione) gli aveva sequestrato la merce, e magari volevano anche arrestarlo perchè protestava, perchè chiedeva “e adesso io come mangio ?”....allora in un impeto di disperazione Mohamed Bouazizi, arabo, tunisino 26 anni, laureato, che non voleva fare né il ladro né lo sbirro, si è dato fuoco....
Non tutti gli arabi, non tutti gli islamici, anche quando li spingono alla disperazione, diventano kamikaze contro le ingiustizie, a causa delle ingiustizie.
Non solo. Le manifestazioni che dal 17 dicembre in poi hanno attraversato la Tunisia da Nord a Sud da Est ad Ovest, erano sostanzialmente pacifiche, ovvero al massimo qualche molotov, bastoni e pietre. La polizia di questo poco noto dittatore, Ben Alì, ha sparato piombo, per uccidere, ed ha ucciso decine e decine di ragazzi, di lavoratori, di insegnanti (il governo dice una trentina, le opposizioni dicono molti, ma molti di più).
Per la stampa e per internet vige la censura.
Una troupe del TG3 della RAI, guidata dalla brava Maria Cuffaro, che a 47 anni, non ha paura di scendere in strada, a fare il proprio lavoro viene aggredita e malmenata da canaglie dei servizi di sicurezza.
L’età della Cuffaro conta, da tempo non è una ragazzina in carriera, disposta a molti rischi pur di avanzare, poteva starsene in hotel......poteva addirittura non andare...però è andata e non è rimasta in hotel.
Ce ne sarebbe o no per scatenare una protesta diplomatica seria?
Ma vi ricordate anni orsono quando fu espulsa una giornalista italiana a Cuba, prelevata, ovviamente senza torcerle un capello, ad una riunione di dissidenti, il can can che fecero i cuccioloni di lor signori....
Ed invece solo in pochi hanno riferito che l’aggressione della troupe RAI era opera della sbirraglia tunisina, si è preferito un diplomaticissimo ed ipocrita “elementi sconosciuti”.
Questo uso sfacciato e senza misura dei due pesi e delle due misure portava i comunisti di una volta all’errore uguale e contrario.
Ovvero a bollare come “mascalzoni, delinquenti, fascisti, elementi asociali, fannulloni in cerca di soldi facili” quanti criticavano, poco importava il se ed il come, i regimi del Patto di Varsavia. Poco importava che fossero lavoratori operai studenti, erano contro i governi dei lavoratori, (così si autodefinifivano le dittature burocratiche dell’ Europa Orientale) e questo li condannava.
Ancor oggi qualche mesta figura di “filocubano” si attarda in simili pratiche, inutili almeno politicamente (vai a vedere un po’ se magari sul piano personale qualche gudagnetto non ci sia...)
Ne abbiamo avuto un esempio nelle parole di squallido vilipendio della memoria di Orlando Zapata Tamayo (di cui ho scritto su questo mio stesso blog) che gettano la luce del sospetto non tanto e non solo sull’onestà intellettuale di chi le ha scritte quanto sulla sua intelligenza politica.
Ci aspetteremmo ora di sentire la loro voce levarsi a denunciare i crimini di Ben Alì, ma chi sa perchè sembrano poco interessati....certo parlare di Cuba fa più chic... e speriamo che sia solo per questo.
Lasciam perdere, almeno per ora....
Torniamo alla Tunisia....consultando il World Fact Book, messo online dalla CIA, apprendiamo che ha circa 10 milioni e mezzo di abitanti, che un quindicenne su quattro è analfabeta, con un’accentuazione significativa tra le donne, che il loro presidente, rieletto per ben quattro volte, quando ha avuto un risultato scarso ha preso solamente poco più dell’ 89 per cento dei voti....
Da Wikipedia (ed altro) abbiamo ricavato un riassunto del curriculum del personaggio...
Dopo le medie superiori il gen. Ben Alì (n. nel 1936) ha studiato in Francia: all’ Accademia militare di St. Cyr ed alla Scuola di Artiglieria. Dopo di chè è andato negli USA. Qui Senior Intelligence School (Maryland, USA), spionaggio e controspionaggio, ed alla School for Anti-Aircraft Field Artillery....
Tornato in patria è stato capo delle operazioni dei servizi di sicurezza, dal 1964, e dal 1977 Direttore Generale della Sicurezza Nazionale, a parte qualche intermezzo diplomatico all’estero.
Dal 1986 Ministro dell’ Interno e dal 1987 Capo dello Stato.
Insomma uno nato, non solo con la camicia, ma anche con il bastone di maresciallo in mano.
Niente di più e niente di meno per giustificare la sua corrispondenza di amorosi sensi con Bettino Craxi, a cui fornì un comodo esilio....
Quindi le spiegazioni del silenzioso servilismo di certi organi di disinformazione ci sono, la contiguità di tutti costoro all’ interno di certe cordate di potere internazionale più o meno occulte.
P2, USA, Craxi, Mediaset, ma anche elementi di altri partiti, PD in prima fila.
Tant’è Leggo sul sito dell Unità, titolo: Tunisia, Ben Alì: «Basta morti» Corteo contro di lui nella capitale. Occhiello: Manifestazione di protesta contro Ben Ali a Tunisi. Dopo giorni di scontri e morti, la polizia controlla senza intervenire. Supporto da Al Qaeda.
Uno sprovveduto potrebbe pensare che il corteo sia contro la decisione di Ben Alì di smettere di ammazzare....ma questo è il meno...dato che si tratta di islamici (e per di più sunniti) ecco la perla dei soliti noti: Supporto da Al Qaeda...tohhh....un po’ la stessa storia delle manifestazioni operaie e studentesche in Polonia, Germania Est, Ungheria Cecoslovacchia....    “all’ opera infiltrati della CIA”.
Mica si andava a vedere se le rivendicazioni di chi manifestava erano giuste o no, mica si andava a vedere se chi governava lo aveva fatto nel modo migliore (ed il modo migliore è sempre quello di condividere e corresponsabilizzare), si andava a tirare in ballo la CIA.
E diciamolo subito. La CIA c’era, eccome se c’era, era la sinistra europea ad essere assente, (almeno prima del 68, a cui va anche questo merito) a non offrire una sponda alla dissidenza, a non dialogare con fraterna fermezza, criticando i sovietici, laddove era interesse comune a tutti i progressisti, a tutti i democratici, a tutti i rivoluzionari che i sovietici ponessero un riparo.
Così come mi stupirei se Al Qaeda NON ci fosse, e/o non tentasse di esserci. Ma se c’è e se si radica è /sarà perchè andrà a riempire un vuoto che la nostra ottusa ed imbecille mancanza di solidarietà con le ragioni delle masse tunisine ha creato.
Nonostante tutto, nonostante il disinteresse di noi democratici occidentali e le politiche neocolonialiste fallimentari di quelli che ci governano, il fondamentalismo islamico non ha ancora vinto nè in Marocco, né in Algeria, né in Tunisia.
In Egitto, dopo la strage di cristiani copti, circostanza nella quale Mubarak si è comportato in modo assai ambiguo, i Fratelli Musulmani, un’ organizzazione fortemente islamista e tradizionalista, ma non dedita al terrorismo, anzi fautrice della lotta popolare di massa, ha offerto la ricerca di una comune piattaforma di opposizione alla minoranza cristiana.
Sono segnali da non sottovalutare.
I popoli dei paesi excoloniali sono stanchi e schifati delle nostre prediche su cosa devono o non devono fare. Sarebbero anche capaci, in certi casi di liberarsi da sè, se dovessero vedersela solamente con i propri tiranni, ma devono vedersela anche con i nostri governi e  con la nostra indifferenza.
NON ESISTE UN METRO PER MISURARE IL DEBITO CHE NOI DEL MONDO INDUSTRIALMENTE SVILUPPATO ABBIAMO CONTRATTO CON I POPOLI DEL MONDO EXCOLONIALE.
Decidiamoci ad iniziare a pagare almeno le prime rate, domani potrebbe essere già troppo tardi, per noi come per loro.

qui di seguito un breve scritto di un(presumo) giovane tunisino
Siamo tutti Mohamed Bouazizi

E’ con grande emozione che apprendiamo del decesso, avvenuto nella serata di domenica 2 gennaio 2011, di Mohamed Bouazizi, dopo aver lottato diversi giorni contro la morte nell’Ospedale dei grandi ustionati di Tunisi
La notizia ci rende tristissimi, ma muove anche una montagna di collera contro il maledetto regime di Cartagine che ha spinto e spinge ancora i giovani a commettere atti disperati, come quelli che ieri rischiavano la vita in mare per raggiungere un paese dove sopravvivere e quelli che, oggi, si immolano col fuoco per disperazione, di fronte al disprezzo e alla brutalità di un  potere che impedisce loro di sopravvivere anche miseramente, togliendo loro anche i più modesti espedienti per arrangiarsi.
Il gesto del giovane disoccupato Bouazizi a Sidi Bouzid illustra la disperazione, non solo dei giovani privi di risorse, ma anche di tutta la gioventù e di tutto un popolo cui non si consente di vivere e di lavorare a causa del controllo di una mafia che, non contenta di saccheggiare le risorse dello Stato e dei cittadini, si impossessa di ogni progetto di carattere economico, sociale o culturale, vessandone i promotori e minacciandoli di controlli fiscali e di arresto, nel caso rifiutino di cedere i loro progetti.
Il regime mafioso è diventato un handicap ed un peso morale sempre più insopportabile per tutta la nazione.
E’ tempo che il popolo si sollevi tutto intero per sostenere l’intifada avviata dal martire Mohamed Bouazizi, e per salvare il nostro paese da un cancro che lo divora piano piano, che ci umilia, ci deruba, ci terrorizza, ci tortura.

Pace alla tua anima, Mohamed Bouziza, tutta la Tunisia ti piange.
E che il tuo martirio sia l’annuncio della fine imminente dell’incubo di un intero popolo, e dell’aurora di una Tunisia fraterna, solidale e unita nel ricordo dei suoi figli caduti perché noi possiamo vivere degnamente.

Gloria ai martiri vittime della mafia criminale!
Abbasso il regime di Cartagine!
Abbasso la mafia!
Viva la gioventù gloriosa della Tunisia!
Dignità per il popolo tunisino!
Intifada hatta al-nasr!
Mondher Sfar
Parigi, la notte dal 2 al 3 gennaio 2011 
Già, aggiungo io,
SANGUE DEL NOSTRO SANGUE, NERVI DEI NOSTRI NERVI
COME FU QUELLO DEI FRATELLI CERVI....( dalla canzone Per i morti di Reggio Emilia, luglio 1960)

1 commento:

Anonimo ha detto...

è un articolo, quello di Igor, scritto da una persona di grande sensibilità e di ottima cultura. Proprio per queste proprietà è difficile non essere d'accordo con le cose dette, e nello stesso tempo è piacevole leggerle per la chiarezza espositiva.
I paesi dell'ex colonialismo francese o come dire del maghreb (incluso il Marocco per lungo tempo protettorato francese, ma anche colonia spagnola nella parte del sahara occidentale )non si sono del tutto liberati del vecchio giogo europeo. Di certo dal punto di vista economico il loro procedere è ancora dipendente dall'economia e dalla politica di Parigi. Di qui l'instaurazione fin dalla indipendenza nazionale di regimi autoritari, instaurati a ben vedere dalle potenze occidentali con gli Usa come capofila.
Totalmente condivisibile il paragone con Cuba per denunciare il silenzio "democratico" della stampa e delle televisioni del mondo intero sulle condizioni di vita del popolo tunisino, sui limiti della libertà, sulla disoccupazione di massa, sull'analfabetismo etc.
I risultati del liberismo, della centralità del mercato e della moneta sono sotto gli occhi di tutti eppure si continua imperterriti a distruggere ambiente, territori e popolazioni nella sacralità del totem del profitto.
Oggi è la "Tunisia in Fiamme", domani potrebbe essere l'Egitto di Mubarak tanto caro ad un noto personaggio nostrano. Un Egitto retto da un rais dispotico, succeduto ad un Sadat, al quale giustamente non fu perdonata la svendita della Palestina a Camp David, e che continua a governare con la violenza e l'arbitrio.
Altro che Cuba allora, che avrà come ha i suoi limiti, ma che non può essere assolutamente paragonabile ai regimi come quello appena dissolto dal furore popolare della Tunisia e degli altri regimi dell'Africa.
antonio casolaro