domenica 27 luglio 2014

GAZA: ESISTONO VITTIME INNOCENTI ?




traduzione di un interessantima nota della dr. Alia Brahmini comparsa in inglese su Al Jazeera


Nel 1894, un giovane anarchico ha deposto una bomba davanti agli uffici di una compagnia mineraria a Parigi. Prima di “incontrare” la ghigliottina, Emile Henri ha affermato che il suo grande senso di umanità lo aveva spinto in difesa degli uomini affamati e sfruttati che lavorano nelle miniere. Ma per quanto riguarda le vittime innocenti della bomba? "Ho subito risolto il problema -spiegò Henri- L'edificio in cui la Società Carmaux aveva i suoi uffici era abitata solo da borghesI. Quindi non avrebbero potuto esserci vittime innocenti"

Giustificando l’altissimo numero di morti civili dell’ 11 Settembre, Osama bin Laden esposse questo tipo di ragionamento. Uguale la pretesa di rappresentare gli oppressi, Bin Laden ha sostenuto "dato che il Congresso americano è un comitato che rappresenta il popolo, il fatto che è d'accordo con le azioni del governo americano dimostra che l'America nella sua interezza è responsabile per le atrocità che si stanno commettendo contro i musulmani ". In questo modo per bin Laden, come per Henri, non c'erano state vittime innocenti.

Nel sostenere la liceità della punizione collettiva, queste allarmanti argomentazioni centrate sulla qualità essenziale di un'intera categoria di persone (appartenere alla classe media, essere cittadini americani) determinano così la loro colpevolezza.
Nel corso dell’ operazione israeliana Pilastro di Difesa a Gaza nel 2012, Gilad Sharon ha sostenuto cose simili. Sharon, figlio di Ariel e capostaff del padre durante il suo mandato come Primo Ministro, ha invocato Hiroshima e Nagasaki e ha esortato l'esercito israeliano a radere completamente al suolo Ghaza "Il desiderio di prevenire danni ai civili innocenti a Gaza", ha scritto sul Jerusalem Post, "alla fine porterà a danneggiare i veri innocenti:.. I residenti del sud di Israele, gli abitanti di Gaza non sono innocenti hanno votato per Hamas ... hanno scelto questo liberamente e devono vivere pagandone le conseguenze ".

Esattamente come bin Laden, Sharon figlio si è basato su un procedimento democratico (elezioni) per violare egregiamente la sostanza della democrazio (massacro di civili). Utilizzando la democrazia come arma, Gilad Sharon ha argomentato che questi civili avevano effettivamente fatto qualcosa (il voto) per perdere il loro diritto alla vita, in un modo simile al combattente che impugna un'arma. Ancora una volta, quindi, un'intera categoria di persone (abitanti di Gaza) non è innocente.

La visione di Gilad Sharon, sul momento era dibattuta e non si poteva dire che fosse rappresentativa. La preoccupazione tuttavia esiste dal momento che una serie di recenti osservazioni tradiscono l'esistenza di una simile mentalità demonizzatrice in alcuni ambienti israeliani, mentalità in base alla quale i civili palestinesi possono diventare bersaglio lecito delle forze armate in virtù del fatto innegabile ed essenziale di essere palestinesi.


LA DISUMANIZZAZIONE DEI PALESTINESI


Questa mentalità si riflette nelle dichiarazioni di parlamentari israeliani, per uno dei quali "il popolo palestinese" deve essere considerato nemico. Ayelet Shaked, del Partito Patria Ebraica, ha pubblicato anche su Facebook un articolo sostenendo la necessità di uccidere le madri dei "martiri" palestinesi, e distruggere le loro case per avervi allevato "piccoli serpenti".

Il vice presidente della Knesset e membro del comitato della Knesset per gli affari esteri e della Difesa, Moshe Feiglin, ha denunciato come "illogica la pietà” di Israele per i propri nemici e preso posizione contro ogni avvertimento agli abitanti di Gaza su imminenti azioni militari, perché erano sostenitori di Hamas.

Questa mentalità, di strisciante disumanizzazione, era evidente anche nelle scene di normali cittadini israeliani riuniti su una collina, a tifare, a festeggiare, mangiando popcorn durante il bombardamento di Gaza. Era evidente nel commento di uno studioso israeliano della letteratura araba presso Bar-Ilan University, che ha dichiarato che violentare le mogli e le sorelle di combattenti palestinesi sarebbe stato utile a scoraggiare gli attacchi. Ed era evidente, naturalmente, in quel folle slogan - "Mavet La'aravim" ("Morte agli arabi") - a Jaffa, Gerusalemme e altrove.
La preoccupazione principale è che questa mentalità potrebbe regnare anche dentro la leadership politica, che continua la guerra nonostante la protesta mondiale sulla sospetta violazione del diritto umanitario internazionale; all'interno della leadership militare, che non ha cambiato la sua tattica nella piena consapevolezza che una vittima su quattro non è solo un civile, ma anche un bambino; e tra i soldati israeliani, che sembrano disposti a uccidere deliberatamente i non combattenti palestinesi, siano i bambini che giocano a calcio sulla spiaggia o un giovane uomo disarmato che cerca sua cugina tra le macerie.

Questa mentalità è, forse, sia una causa e un effetto di 47 anni di occupazione, il più lungo nella storia moderna, e il modo in cui deve essere continuamente sostenuta: da violazioni dei diritti umani alle vessazioni quotidiane e umiliazioni; dal blocco economico di sette anni di 1,8 milioni di persone per l'attuale dispiegamento di una superpotenza militare contro gli edifici residenziali, scuole, ospedali, moschee e centri per disabili di una popolazione vieppiù impoverita, popolazione ingabbiata dentro Gaza, il 43 per cento della quale è sotto i 16 anni.

UNA GUERRA COLONIALE


Proprio come sembra questa è la mentalità psicologicamente necessario per tenere in piedi l'occupazione, ed è parte integrante del paradigma della "guerra coloniale", in cui, come Talal Asad ha notato, è giusto che i popoli etnicamente inferiori muoiono nel più alto numero possibile.

Questo mentalità disumanizzante cozza violentemente con la pretesa di essere civilizzato, cercando di rispondere alle molte domande sollevate sul il bilancio delle vittime civili  si dà luogo ad una vera e propria ginnastica morale e linguistica.

Si è detto che la popolazione civile è avvertito prima che Israele lanci i suoi attacchi. Ma, secondo il diritto internazionale, questi avvertimenti realmente possono trasformare un soggetto civile in un militare? In ogni caso, dove si pensa che possano fuggire gli abitanti di Gaza?

Ci viene detto che NON E’ Israele ad uccidere i civili palestinesi, ma che invece è Hamas che usa la popolazione di Gaza come scudi umani. Ma, oltre alla sua ala militare, che usa mezzi terroristici, non è Hamas anche un partito politico attivo e integrato nella vita civile, in una delle strisce più densamente popolate della terra sulla terra? Comunque, non abbiamo sentito l'argomento scudi umani prima, nelle parole di Al Qaeda?

Ci viene detto che qualsiasi altro paese democratico avrebbe agito nello stesso modo se i terroristi avessero preso di mira il suo popolo. Ma forse che quando i civili nel Regno Unito sono stati ripetutamente attaccati dall’IRA, il governo britannico ha fatto bombardare aree cattoliche di Belfast? Comunque, non è il segno distintivo di un paese democratico la sua moderazione?

Ci viene detto che Israele ha il diritto inviolabile di auto-difesa. Ma se gli israeliani hanno il diritto all'autodifesa,i palestinesi  non  hanno anche loro questo diritto, a fortiori, data l'enorme squilibrio di potere in tempo di guerra e le incursioni, omicidi e l'espropriazione delle terre in tempo di pace? In ogni caso, è ancora senso parlare di auto-difesa nei confronti una popolazione che sta subendo un’ occupazione?

Domande molto più sofisticate di queste sono state poste sulla narrazione israeliana, ed è probabile che la sfida continuerà tanto a lungo quanto l'occupazione. Il pericolo, sia per gli israeliani che per i palestinesi, è che,con risposte simili il fallimento sarà sempre più certo ed Israele sarà costretto a risolvere il problema al modo di Emile Henri: NON CI SONO STATE VITTIME INNOCENTI.




Nessun commento: