lunedì 19 novembre 2007

BUONA FORTUNA A TUTTI

(questa nota non è mia, ma del carissimo amico e compagno Antonio Casolaro)


Nel marzo del 1919, a Milano, Mussolini creò “i fasci italiani di combattimento”, presentando pure il manifesto che prese il nome dalla piazza dove si riunirono i convocati. Piazza San Sepolcro, dal che sansepolcristi o fascisti della prima ora, come successivamente si fecero chiamare i presenti a quella manifestazione. Il manifesto prevedeva tra l’altro la nazionalizzazione delle industrie belliche, l’abbassamento dell’età pensionabile a 55 anni ed il voto alle donne, cosa che quando salì il fascismo fu tolto a tutti e le donne furono anche allontanate dai posti di lavoro pubblico.

Nel novembre 1921 il movimento si trasformò in PNF.

Il secondo cavaliere, molto più vecchio del duce, che era del 1883 e aveva 39 anni quando divenne primo ministro, oggi ha 71 anni e quindi, penso, che voglia bruciare le tappe per riprendersi il governo e per poi chissà finire da presidente della repubblica.

La mossa di appoggiare l’ex segretario del PNF Achille Starace oggi Francesco Storace e "er pecora" alias Teodoro Bontempo e di favorire checché lui ne dica la Santachè a lasciare Fini, il quale per un certo periodo c’è stato insieme filando appunto d’amore e d’accordo, è stato un ottimo colpo per il cavaliere e la reazione infuriata del presidente di AN denuncia la preoccupazione e l’entità del danno subito. La dirigenza di AN si è apparentemente riciclata alla democrazia rustica e godereccia del governo e del sottogoverno. L’elettorato di AN invece è rimasto sostanzialmente fascista, borgataro e tifoso tant’è che uno degli slogans più ripetuti era “Fini, Fini sei il nuovo Mussolini”. Un ritorno all’opposizione con il lato dx coperto da un movimento dichiaratamente fascista, una possibile riforma elettorale alla tedesca con un partito che deve mantenere la propria autonomia, ma che deve nello stesso tempo apparentarsi con qualcuno per andare al governo, significherebbe praticamente il suicidio politico. Questo Fini lo ha capito e non ci voleva molto per farlo. Di qui la rivolta.


Nel ’21 furono gli azzurri (i nazionalisti) che dovettero soggiacere al maestro di Predappio, oggi sembra che avvenga l’inverso nel senso che gli azzurri dell’ex forza italia randellano i neri di AN.

Non sono d’accordo con chi legge la mossa del cavaliere come una decisione avventata. Non saranno stati sette milioni di baionette cioè di voti, ma il consenso, come lo raggiunse l’uomo della provvidenza, anche oggi c’è ed è sostenuto dai poteri forti della gerarchia della chiesa e dalla grande massa della piccola e media industria, così come da una buona percentuale delle forze militari e dell’alta burocrazia.

Chi dovrebbe opporsi a questa deriva è una sorta di esercito brancaleone, che annovera tra i suoi generali di armata soggetti che hanno sostituito l’assalto del palazzo d’inverno con le poltrone di palazzo Chigi.

Bisognerebbe lanciare il si salvi chi può, ma è forse meglio dire “buona fortuna”
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